I riscaldatori di tabacco aiutano a smettere di fumare?

di Francesco Rositani – psicologo conduttore dei percorsi per smettere di fumare

Philip Morris a inizio dicembre ha annunciato: “Il nostro sogno è un futuro senza fumo. Vorremmo che l’Italia entro i prossimi 10 anni diventasse il primo paese in Europa senza sigarette”.

Se il più grande produttore al mondo di tabacco vuole eliminare la fonte principale dei suoi guadagni forse la questione va approfondita. Cerchiamo di capirne di più.

Sono un fumatore e sono bersagliato da messaggi che mi ripetono che il fumo fa male: fa venire il cancro, patologie cardiovascolari e polmonari, infertilità, invecchiamento precoce e danneggia chi mi sta intorno. Inoltre non posso più fumare da nessuna parte, perché le norme stanno diventando sempre più stringenti. Senza dimenticare che quando bisogna aumentare le tasse si parte sempre dalle sigarette, che ormai mi costano una fortuna. Ho deciso di smettere, ma non è mica facile fare a meno della nicotina. Ho visto però che adesso dal tabaccaio, a fianco alle sigarette, vendono questi dispositivi: i riscaldatori di tabacco. Potrei provarli, non fanno male come le sigarette e così comincio a smettere.

I riscaldatori di tabacco (in inglese Heat-Not-Burn: HTP) sono un prodotto lanciato sul mercato nel 2014, che negli ultimi anni si sta diffondendo in modo importante: due anni fa gli utilizzatori erano un milione, oggi sono 2,5 milioni e le previsioni di crescita non accennano a rallentare. Sono stati introdotti come un’alternativa alle sigarette tradizionali a combustione e per competere con le sigarette elettroniche, quelle che vaporizzano un liquido contenente nicotina. I tre prodotti che oggi dominano il mercato sono: Iqos, Ploom e Glo. Iqos è prodotto dalla Philips Morris (Marlboro), Ploom dalla Japan Tobacco International (Camel, Winston) e Glo dalla British American Tobacco (Lucky Strike, MS).

Un’analisi prettamente economica di questi dati ci fa venire il dubbio che non ci sia nessuna intenzione da parte delle multinazionali produttrici di questi dispositivi di farci smettere di fumare. L’obiettivo sembra sia quello di spostare la massa di fumatori da un prodotto tradizionale come la sigaretta a combustione, ad uno moderno come il riscaldatore di tabacco, “pulito” e più accettato socialmente.

Forse Philips Morris non vuole un’Italia del futuro in cui non ci siano più fumatori, ma semplicemente intende cambiare strategia passando da un vecchio prodotto a uno nuovo. Una situazione simile a quando abbiamo sostituito il nostro vecchio televisore a tubo catodico con uno a schermo piatto.

Posta l’intenzione con cui si sta muovendo Philip Morris, come funzionano e cosa cambia con questi nuovi dispositivi HTP? Il sistema è composto da un riscaldatore e da uno stick monouso. Si possono acquistare pacchetti di stick nei tabaccai, esattamente come si fa con le sigarette. Il sistema riscalda il tabacco presente nello stick, invece di bruciarlo, e genera un vapore che contiene nicotina in quantità analoga alle sigarette comuni, ma produce un quinto delle nitrosammine e un centesimo dell’anidride carbonica. Questi dati potrebbero indicare un minor impatto del fumo passivo, dovuto principalmente all’assenza di fumo da combustione. Il sistema di funzionamento diverso può però generare anche sostanze nuove, non presenti nella tradizionale combustione, come il glicidolo, sostanza cancerogena probabile, presente in misura del 400% superiore rispetto alle sigarette convenzionali. Gli studi condotti non permettono di trarre conclusioni definitive sugli effetti per la salute dei riscaldatori di tabacco, ma una revisione degli studi pubblicati in letteratura (oltre 100 dal 2008 al 2018) che si è occupata degli effetti sulla salute sia delle sigarette elettroniche che dei riscaldatori di tabacco, ha concluso che non vi sono prove evidenti di una riduzione del rischio né per il cancro né per le malattie cardiovascolari.

Infine l’ultimo quesito: qual è l’efficacia dei riscaldatori di tabacco come strumento per smettere di fumare? Questa domanda è fondamentale, poiché sottende lo scopo per cui molti iniziano ad acquistare un HTP. Anche qui non abbiamo dati definitivi, ma la presenza di nicotina (che è la sostanza che crea dipendenza fisica) simile a quella delle sigarette classiche, ci induce a pensare che difficilmente possa portare benefici in termini di disassuefazione dal fumo, anzi secondo la European Respiratory Society la loro dannosità risiede anche nella la possibilità che chi voglia smettere di fumare rinunci per passare al tabacco riscaldato, soluzione più facilmente attuabile.

Insomma se volete continuare a fumare ma provare qualcosa di nuovo, questi dispositivi sono una possibilità. Rimarrete fumatori di qualcosa che non si sa se faccia meno danni alla salute e comunque genera dipendenza. Se invece volete davvero smettere meglio cercare altrove, perché il percorso per disassuefarsi dal tabacco è difficile che si possa concludere con un prodotto acquistato dal tabaccaio.

 

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